Nel gennaio 2009 scrissi qui “L’Etichetta con il Burka”. Molti capirono
l’imbroglio. Se in quell’articolo dissi cosa mancava, qui riassumo cosa
pretendere in etichetta. Sento questo desiderio mentre c’è chi brinda al
50° compleanno dell’Extra Vergine frutto della legge 1407 del 1960. E
allora parto proprio da qui. “Extra Vergine” significa che quell’olio ha
al massimo 0,8% di acidità. A chi importa l’acidità dell’olio ? A
nessuno, nessuno sa cosa vuol dire, dal punto di vista medico, salutare,
commerciale, mangiare “Olio Extra Vergine” con quella acidità, o “Olio di Oliva”, raffinato e miscelato, con acidità 1,0%, o “Olio di Sansa e di Oliva”, ottenuto con trielina o esano, con la stessa acidità. Le acidità sono uguali o quasi. E allora ? Il consumatore è stato depistato per 50 anni dalla legge 1407 del 1960, che c’è da brindare oggi ? E
lo è stato ancor di più negli ultimi 20 anni dal Regolamento CE
2568/91, fatto per “valorizzare” un Extra Vergine purchè non avesse libertà di parola. Il valore vero dell’Olio delle Olive, quello che fa bene, quello che fa la differenza tra l’olio degli imbroglioni e l’olio dei produttori seri non è l’acidità, ma i POLIFENOLI TOTALI, che guarda
caso non sono previsti in etichetta dal CE 2568/91. Anzi, provate a
metterceli e vedrete che multe vi fanno. I polifenoli invece dovrebbero
essere scritti chiaramente e farli diventare il vero parametro di
qualità, il vanto del produttore onesto e serio. Semplicemente i
polifenoli, o antiossidanti, sono sostanze che allungano la vita delle
cellule, che prevengono il cancro, che riducono l’infarto e mi fermo
qui. Se i polifenoli sono superiori a 200 mg/kg, l’olio sarà ottimo. I
polifenoli sono il corredo naturale dell’Olio delle Olive sane, non si
possono aggiungere artificialmente, mentre l’acidità può essere
aggiustata chimicamente, o fisicamente (o tutte e due). Insomma un olio
che in etichetta abbia 400-500 mg/kg di polifenoli è paragonabile ad un
grande Barolo, uno Champagne millesimato. L’ Italia è piena di
quest’olio meraviglioso ma le leggi sull’etichettatura impediscono al
consumatore di sapere chi lo produce. Farlo sapere sarebbe “concorrenza
sleale“. Tutto questo è più ridicolo, più vergognoso o più autolesionista ? Tutti
e tre. Chi oggi brinda alla legge di 50 anni fa, probabilmente brinda
alle fortune che ha fatto con essa e dopo aver riempito per decenni le
bottiglie con olio rettificato, non vede niente di meglio all’orizzonte
che l’Extra Vergine da offrire al consumatore. Ma mai sentito parlare di
OLIO MONOCULTIVAR ?
Qui i polifenoli ci sono eccome, non sono latitanti come nella legge 1407 del ‘60 o nel CE 2658/91.
Gino Celletti
Qui i polifenoli ci sono eccome, non sono latitanti come nella legge 1407 del ‘60 o nel CE 2658/91.
Gino Celletti