lunedì 17 gennaio 2011

MA BASTA CON L’ACIDITA’ DELL’OLIO !

Nel gennaio 2009 scrissi qui “L’Etichetta con il Burka”. Molti capirono l’imbroglio. Se in quell’articolo dissi cosa mancava, qui riassumo cosa pretendere in etichetta. Sento questo desiderio mentre c’è chi brinda al 50° compleanno dell’Extra Vergine frutto della legge 1407 del 1960. E allora parto proprio da qui. “Extra Vergine” significa che quell’olio ha al massimo 0,8% di acidità. A chi importa l’acidità dell’olio ? A nessuno, nessuno sa cosa vuol dire, dal punto di vista medico, salutare, commerciale, mangiare “Olio Extra Vergine” con quella acidità,  o “Olio di Oliva”, raffinato e miscelato, con acidità 1,0%, o “Olio di Sansa e di Oliva”, ottenuto con trielina o esano, con la stessa acidità. Le acidità sono uguali o quasi. E allora ? Il consumatore è stato depistato per 50 anni dalla legge 1407 del 1960,  che c’è da brindare oggi ?  E lo è stato ancor di più negli ultimi 20 anni dal Regolamento CE 2568/91, fatto per “valorizzare” un Extra Vergine purchè non avesse  libertà di parola. Il valore vero dell’Olio delle Olive, quello che fa bene, quello che fa la differenza tra l’olio degli  imbroglioni e l’olio dei produttori seri non è l’acidità, ma i POLIFENOLI TOTALI, che  guarda caso non sono previsti in etichetta dal CE 2568/91. Anzi, provate a metterceli e vedrete che multe vi fanno. I polifenoli invece dovrebbero essere scritti chiaramente e farli diventare il vero parametro di qualità, il vanto del produttore onesto e serio. Semplicemente i polifenoli, o antiossidanti, sono sostanze che allungano la vita delle cellule, che prevengono il cancro, che riducono l’infarto e mi fermo qui. Se i polifenoli sono superiori a 200 mg/kg, l’olio sarà ottimo. I polifenoli sono il corredo naturale dell’Olio delle Olive sane, non si possono aggiungere artificialmente, mentre l’acidità può essere aggiustata chimicamente, o fisicamente (o tutte e due). Insomma un olio che in etichetta abbia 400-500 mg/kg di polifenoli è paragonabile ad un grande Barolo, uno Champagne millesimato. L’ Italia è piena di quest’olio meraviglioso ma le leggi sull’etichettatura impediscono al consumatore di sapere chi lo produce. Farlo sapere sarebbe “concorrenza sleale“.  Tutto questo è più ridicolo, più vergognoso o più autolesionista ?  Tutti e tre. Chi oggi brinda alla legge di 50 anni fa, probabilmente brinda alle fortune che ha fatto con essa e dopo aver riempito per decenni le bottiglie con olio rettificato, non vede niente di meglio all’orizzonte che l’Extra Vergine da offrire al consumatore. Ma mai sentito parlare di OLIO MONOCULTIVAR ?
Qui i polifenoli ci sono eccome, non sono latitanti come nella legge 1407 del ‘60 o nel CE 2658/91.
Gino Celletti