lunedì 6 giugno 2011

GLI OMEGA-3 DEL VICINO NON SONO SEMPRE PIU’ VERDI

Come mio solito desidero fare chiarezza, se no a che serve scrivere ?  Tutti parlano di “omega-3”, tutto contiene “omega-3” e se non prendiamo giornalmente un bella dose  di “omega-3 “ non siamo nessuno, In ufficio, al bar, dal parrucchiere gli omega-3 scorrono a fiumi, per non parlare delle riviste femminili o di gossip che, se non ne parlano nella loro rubrica medica, non pubblicano il numero. E allora anche noi abbiamo deciso di dire la nostra. Il rappresentante più importante degli “omega-3” è l’acido linolenico (omega, in greco si scrive, maiuscolo cosi Ω e minuscolo così ω, ed è l'ultima lettera dell'alfabeto greco). A questa molecola manca un nonnulla per assomigliare agli grassi più diffusi al mondo; gli mancano rispettivamente: 1 elettrone per essere acido linoleico, 2 elettroni per essere acido oleico e 3 per essere acido stearico (la cera delle candele). Ha una catena di 18 atomi di carbonio e si dice ω-3 perché il primo elettrone gli manca sull’atomo di carbonio numero 3 (18: ω3), si dice ω-6  perché il secondo elettrone gli manca sull’atomo numero 6 (18: ω6) e analogamente si dice ω-9 perché il terzo gli manca sull’atomo  numero 9 (18: ω9). La mancanza di elettroni lo rende liquido e si dice polinsaturo (poli = più volte insaturo), infatti l’acido stearico che ha tutti gli elettroni al posto giusto e non manca di niente è un grasso saturo ed anche solido a temperatura ambiente, (la candela stearica si squaglia solo se brucia). L’acido oleico come abbiamo detto sopra è un omega 9 manca di un solo elettrone e allora si dice monoinsaturo (mono = 1 volta sola). Ma dove voglio arrivare con queste semplici spiegazioni di chimica organica di base ? Voglio spiegare che gli acidi linolenico, linoleico e oleico sono i componenti fondamentali dell’olio delle olive e quindi non dobbiamo andare tanto lontano per fare il pieno di “omega-3”. L’olio delle olive ne contiene circa l’1,5-2%, una quantità discreta per la corretta dieta quotidiana. Ma perché ho citato anche gli altri acidi grassi ? Perché l’assorbimento degli “omega-3”, così utili alla nostra salute, dipende ed è funzionale alla presenza degli altri 2 acidi grassi insaturi: il linoleico e l’oleico. Mi spiego ancora meglio con un esempio gastronomico: gli omega-3 si dice che siano contenuti in abbondanza nel pesce azzurro, nelle acciughe, nelle sardine ecc.; bene se vogliamo fare ilpieno di omega-3 da questi pesci, l’ottimo è un piatto di acciughe con olio extra vergine di oliva, magari con un trito di prezzemolo; così prendiamo “omega-3” da acciughe e olio ma i “carrier” dell’olio   cioè gli omega -6 e omega-9 aiuteranno l’assorbimento degli omega-3. Anche in farmacia sono in vendita pillole di omega-3 ma senza fare tanta strada, non meglio un bel piatto di tonno, fagioli bianchi di Spagna con un trito di cipolle rosse di Tropea ed un giro di olio monocultivar di Olivastra Seggianese che cresce solo sulle pendici del Monte Amiata?
E poi l’erba del vicino oltre ad essere meno buona costa anche di più.
Gino Celletti