sabato 21 gennaio 2012

Adesso sappiamo a chi dava fastidio il CE 61/2011

Silvia Lazzari dice che questo articolo da la colpa ai Produttori che non sanno fare i conti se vendono olio a € 15,oo al litro.
Cara Silvia ma c'è di peggio, secondo me.  Adesso sappiamo chi non voleva che si ponesse un limite agli ALCHILESTERI (75mg/kg o 150mg/kg se EAEAG : MEAGA= 1:3) negli oliacci  con riscaldo e avvinato fatti con le olive ammmassate delle colture superintensive di 2000 piante /ha.

Quando leggi che quest'oliaccio "
Può essere soggetto a contestazioni, specie per quanto riguarda la presenza di difetti organolettici, ma raramente i panel sono concordi, il che rende inefficace l'eventuale vertenza giudiziaria", capisci anche che si è pensato a come difendersi in tribunale.
Niente
da dire, solo da fare.
Arrestarli
tutti... ma poi li mandono agli arresti domiciliari con Schettino ?!
Dr Gino Celletti

martedì 17 gennaio 2012

I buyers vanno a scuola di olio... ma solo negli USA però

Tanto di cappello agli Americani
Così
si fa il mercato che premia la qualità
E non lo potevamo fare anche noi in Italia, magari prima degli altri, visto che ce la tiriamo tanto ?
Olive Oil Flavor & Quality: Next-Generation Benchmarks for Specialty Retail, Supermarkets & Foodservice

Ecco come è andata;
Food Industry Pros Attend Napa Valley Seminar on Olive Oil Quality

… benissimo !
150 buyer che hanno pagato $ 295,oo  per sentire chi sa, imparare ad assaggiare, confrontarsi con realtà diverse.

Ma dobbiamo sempre prendere lezioni dagli altri anche sulle nostre cose, su quelle per cui la Natura ci ha super dotato ?

Ma i nostri buyer vanno a scuola come gli americani ?
Ma si che ci vanno a scuola, solo che prendono la strada sbagliata.
Vanno
a scuola presso le aziende da cui poi comprano l'olio e ci vanno "free", mica pagando come fanno gli Americani per avere l'informazione vera.

Voglio provare a fare una scuola anch'io con informazioni vere; magari mi sono sbagliato e faccio il pieno.

Dr Gino Celletti

mercoledì 11 gennaio 2012

MERAVIGLIA ! UN’ACCADEMIA DELL’OLIO IN TRENTINO ?

Sapevamo tutti che la Gente Trentina fosse  laboriosa, geniale, determinata e sapevamo che quando ci si mette, punta sempre alla qualità in ogni settore. Lo sapevamo per i suoi vini profumanti, i traminer aromatici e i muller thurgau che ti avvolgono e ti inebriano con i loro profumi di mela, pesca, banana, biancospino e  per i pinot neri che sanno di ciliegia e di rosa;  lo sapevamo per aver visitato le sue cantine con i pavimenti luci a specchio, che ti accecano insieme al riflesso degli acciai dei fermentini; lo sapevamo per essere stati nei suoi alberghi o nei suoi agriturismi sempre pieni di fiori e di cortesia, ma l’Olio? Che c’enta l’olio in Trentino?  Una terra così nordica, freddina con montagne a picco giuste per gli scalatori, senza le dolci colline della Toscana o dell’Umbria ? Ma l’olio è roba da “terroni”, da “centroni”, da “isolani” e poi farci anche un’Accademia ! Ma via questa è una esibizione esagerata di chi ha già tutto e che vuole invadere campi non suoi.Tutte considerazioni che sento fare quando propongo agli amici e clienti un olio trentino e che sono  seguite da  meraviglia stupore e elogi sconcertati. E allora forse bisogna rimettere le cose a posto, anzi riverniciare nostre informazioni vecchie con tinte aggiornate. In Trentino l’Olea Europaea c’è sempre stata e se proprio dobbiamo trovare un estraneo questa era la Vitiis Vinifera. L’olivo è arrivato li con i Bizantini quando si chiamava Olea Sativa e li si è sottozonato in cultivar tipiche ed introvabili in altre zone d’Italia e del Mondo. Cultivar come Casaliva, Compostar Favarol, Raza, Trepp sono tipiche dell’Alto Garda Trentino.  La vite negli anni cinquanta ha preso il sopravvento sull’ulivo ed anche il suo spazio fisico sui gradoni. Il mercato dei vini aromatici giunti da noi con le importazioni francesi, tirava e i coltivatori espiantavano l’ulivo per sostituirlo con la vite. Oggi siamo in una fase opposta. L’olio prodotto con quelle cultivar uniche è eccelso, e si vende benissimo ai turisti nordici e non solo perché è “credibile”, fatto con la stesa mentalità qualitativa dei vini che in Trentino passa sempre prima dalla cultura per giungere nelle bottiglie siano esse di vino che di olio. Tipico stile della Gente Trentina. L’ACCADEMIA DELL’OLIO E DELLOLIVO DELL’ALTO GARDA TRENTINO è quindi un prodotto della strategia culturale del luogo. Se dobbiamo fare bene ci vuole chi studia, chi insegna, chi controlla, chi consiglia le modifiche e per questo è stata fondata l’Accademia. Il suo Presidente, l’ing. Mario Morandini viene di importanti esperienze imprenditoriali, come pure chi lo affianca, l’ing Stefano Bonamico e da qui si capisce che “ l’affare olio trentino” non viene trattato in modo amatoriale, bensi viene gestito con cura aziendale che programma le strategie, le mosse, i prodotti, comunica i suoi vantaggi, definisce il suo posizionamento nel mercato e concorda i prezzi. Tutto fondato sulla qualità. Molti degli Accademici sono Assaggiatori Ufficiali del MiPAF, perché occorre sapere tutto sul come si fa e come deve essere l’olio delle olive;  non hanno lesinato sui costi per dotarsi di frantoi modernissimi, e così producono oli eccellenti che si affermano regolarmente nei concorsi internazionali. La ciliegina sulla torta è il bellissimo accordo tra produttori e Autorità locali, dove il sindaco Dr  Paolo Mattei e gli assessori, Renato Veronesi al Turismo, e Roberto Bresciani alla Cultura, collaborano strettamente tra loro in una armonia costruttiva da copiare. Forse la vera meraviglia non è l’Accademia ma  il vedere che qui, delineato un progetto, tutti gli “attori” vi partecipano per “fare”, mentre altrove ci hanno abituati a vedere l’esatto contrario.
Dr Gino Celletti

sabato 7 gennaio 2012

CARO PRODUTTORE ITALIANO QUANDO TI SVEGLI ?

Una cara amica, Silvia Lazzari che lavora nell’olio, in Grecia, mi chiede via Facebook http://www.facebook.com/gino.celletti1/posts/143362359111279 cosa penso delle recenti vicende apparse su
-          La Repubblica   http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2011/12/22/news/agromafia_la_truffa_dell_olio-27042671/
-          Teatro Naturale http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/12489-allarme-italia-si-vuole-affossare-il-comparto-olio-di-oliva.htm
Ecco cosa penso e per rispondere prenderò a modello “IF” di Kipling.   
Caro Produttore di Olio Italiano di Qualità.
Se continui a dare la colpa agli altri perchè fanno e tu no.
Se continui a fare come hai sempre fatto per paura ci cambiare.
Se continui a pensare che tu sei il più bravo e gli altri fanno solo robaccia.
Se continui a pensare che il tuo olio è italiano e quindi si vende da solo.
Se continui a pensare che è non sei tu a dover investire per te stesso ma altri per tuo conto (associazioni, consorzi ecc.).
Se continui a chiedere agli altri di suonare la tua tromba e non tu stesso.
Se continui a pensare che il mondo deve venire da te e non tu da lui
Allora clicca i links sotto e forse capirai che ti devi dare una mossa e che il marketing è prezioso e ci devi spendere qualche euro fino a che ne hai.
QUi http://www.ciaprochef.com/oliveoil/sponsors..html in California, la Spagna sponsorizza un Corso per insegnare ai Buyer della Grande Distribuzione Organizzata (GDO)
-          cosa sia l’olio delle olive.
-          come si sceglie.
-          come si scoprono i difetti.
-          come si compra.
-          come si vende.
-          come si abbina  magari ?
Tu Produttore di Olio di Qualità Italiano hai mai chiesto ad un ESPERTO di spiegare per te tutto questo?
Tu Produttore di Olio di Qualità Italiano lo sai che grandi aziende italiane di Olio “da paesi comunitari e non comunitari” fanno regolarmente queste attività sui BUYER della GDO Italiana e estera ?
Non lo sapevi ? Se sei piccolo e da solo non ce la fai, accordati con i tuoi omologhi, smetti di guardarli in cagnesco e sposa il detto “l’unione fa la forza”. 
Guarda questi link
Qui
http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/home/home.asp il sito di OliveoilfromSpain cioè il sito che dice al mondo cosa che olio può avere dalla Spagna. Lascio a te ogni commento se avrai la pazienza di visitartelo tutto.  
Qui http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/events/calendar.asp  il calendario delle attività promozionali che la Spagna fa in America.  Da paura, tanti sono gli appuntamenti e la saturazione dei luoghi ! Niente è lasciato al caso e soprattutto niente è lasciato agli altri. 
Qui http://www.oliveoilfromspain.com/OOFS/events/PastPromotions.asp il coinvolgimento dei ristoranti e degli chef spagnoli nel preparare piatti per gli Americani. Da noi se un ristoratore chiede 6 bottiglie per una cena si va nel panico, quel ristoratore è un approfittatore. E se dovesse chiedere parcella e spese viaggio per fare una cena in Texas, la forca ?
e qui la mazzata finale http://www.oliveoiltimes.com/olive-oil-business/europe/made-in-italy-olive-oil-investigations/23505?utm_source=Olive+Oil+Times&utm_campaign=4fa8d09ccf-OOR_212_16_2010&utm_medium=email  oltre ai dubbi che ora anche la della Cina ha su i nostri oli, dubbi ovviamente alimentati ad arte, c’è il sig. Rafael Civantos della COAG dell’Unione degli Agricoltori di Spagna che dice l’Italia spaccia olio di oliva spagnolo come proprio, perché "le sue cifre sulla produzione di olio d'oliva, sui consumi e sulle importazioni non tornano".  Chi ha coraggio di replicare ?
Ecco cosa penso ed ecco sotto la mia soluzione.
Devi cominciare ad investire sulla CULTURA perché non hai scampo se investi solo su:
-         prezzi
-          nuovi mercati.
Qualcuno farà i prezzi più bassi dei tuoi o ti raggiungerà nel nuovo mercato, se non c’è già arrivato prima di te. Investi sulle figure che fanno CULTURA ITALIANA DELL’OLIO  ma che siano AUTOREVOLI e soprattutto INDIPENDENTI,
COPIA la Spagna, che usa i suoi Assaggiatori, i suoi Chef ed i suoi Ristoratori per promuovere il suo olio
La guerra si vince a tavola, non al supermercato.
Gino Celletti